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Poco meno di 50 mila dollari a testa (valore attuale), elargiti a tre scienziati di Harvard in cambio di una review in grado di assolvere lo zucchero dall’accusa di essere tra i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Siamo nel 1965 e a versare l’ingente somma è la Sugar Research Foundation (SRF), oggi Sugar Association, un potente gruppo di rappresentanza degli interessi di Big Sugar, l’industria dello zucchero. Le prove? In un corposo carteggio tra i dirigenti di SRF – il vicepresidente e direttore scientifico John Hickson in testa – e i tre ricercatori in questione – Mark Hegsted, Fredrick Stare e Robert McGandy – portato alla luce dal gruppo di ricerca di Stanton Glantz, dell’Università di San Francisco. Un accurato resoconto di quel carteggio e di un’altra serie di documenti privati e pubblici della SRF è appena stato pubblicato su Jama Internal Medicine.

Si tratta di una strategia “astuta”, secondo quanto avrebbe dichiarato lo stesso Glantz al New York Times, perché le review sono uno degli strumenti ai quali più si affidano scienziati e decisori politici per stilare direttive e indicazioni di salute pubblica. Specialmente se si tratta di revisioni pubblicate da riviste prestigiose, e quella in questione apparirà proprio su una delle più importanti, allora come oggi: il New England Journal of Medicine

Sta di fatto, ricordano Glantz e colleghi, che “già all’inizio degli anni ottanta pochi scienziati erano ancora convinti che gli zuccheri aggiunti potessero giocare un ruolo significativo nell’insorgenza di malattie cardiovascolari, e che le prime Linee guida alimentari per gli americani, emesse proprio nel 1980, si concentravano esclusivamente sull’importanza della riduzione dei grassi, totali e saturi, e del colesterolo“. Solo negli ultimi anni le cose hanno preso una piega differente, con sempre più autorità scientifiche e sanitarie che stanno ricominciando a dire che troppi zuccheri aggiunti possono aumentare il rischio cardiovascolare (oltre a quello di carie). Lo ha fatto nel 2015 l’Organizzazione mondiale della sanità  e lo ha fatto ancora più di recente l’American Heart Association, che ha posto paletti molto rigidi per la dieta anche di bambini e adolescenti: niente zuccheri aggiunti fino a 2 anni, e non più di 25 grammi al giorno – circa 6 cucchiaini – fino a 18 anni.