L’olio di palma contiene tre sostanze tossiche (una delle quali classificata come genotossica e cancerogena) per cui il consumo di prodotti alimentari con discrete quantità di grasso tropicale viene sconsigliato soprattutto a bambini e adolescenti.
È quanto sostiene l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) nel dossier di 160 pagine dove si valuta la presenza di tre contaminanti che si formano nel processo di raffinazione ad alte temperature (200°C) di oli vegetali. Stiamo parlando del glicidiolo, del 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e del 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi (GE, glicidil esteri degli acidi grassi). Il problema riguarda anche altri oli vegetali e margarine, ma l’aspetto saliente è che il grasso tropicale ne contiene da 6 a 10 volte di più (vedi tabella 1 e 2) (*) . Gli alimenti sotto accusa sono prodotti da forno, dolci, torte, ma anche cibi per l’infanzia che contengono il grasso tropicale. Il consumo di olio di palma in Italia ha ormai raggiunto livelli record, 12 grammi al giorno pro capite, trattandosi del grasso preferito dalle aziende utilizzato in: merendine, biscotti, grissini, cracker, fette biscottate, prodotti da forno e decine di altri alimenti. Questa criticità è stata evidenziata anche due mesi fa in un dossier dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in cui si dice che i bambini italiani assumono il 49% in più di grassi saturi rispetto a quanto consigliato dai Larn e dall’Efsa. Buona parte di questo eccesso (41% della quantità massima) è dovuto al consumo di olio di palma aggiunto in molti alimenti industriali.
fonte: http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-sostanze-cancerogene.html