Finora in molti le avevano guardate con un po’ di sospetto per il contenuto calorico e di grassi. Ora i ricercatori dell’Università di Harvard hanno scoperto che solo pochi porzioni di noci o di arachidi alla settimana possono aiutare a mantenere sano il nostro cuore.
I risultati pubblicati nel Journal of the American College of Cardiology, hanno analizzato i dati di più di 210.000 professionisti della sanità (la maggioranza delle quali erano infermiere donne) per più di 32 anni.
Rispetto a coloro che non mangiano mai o quasi mai la frutta secca, quelli che hanno mangiato circa 20 grammi di noci cinque o più volte alla settimana avevano un rischio di malattia cardiovascolare minore del 14% (con rischio i ricercatori intendono un attacco cardiaco o ictus o morte per malattie cardiovascolari), il 20 per cento ha visto ridotto il rischio di malattie cardiache coronariche (infarto o ictus fatale o non fatale) durante il periodo di studio.
“Le raccomandazioni nazionali sono quella di mangiare da 100 a 200 grammi a settimana di noci”, dice l’autore principale dello studio, Marta Guasch-Ferré, Ph.D., un ricercatore della sezione nutrizionale del Harvard T.H. Chan School of Public Health.
I risultati sono ovviamente legati alle sostanze nutritive contenute dalla frutta secca, ricca di grassi insaturi (quelli dalle proprietà protettive del cuore), come l’acido oleico e gli acidi grassi polinsaturi (trovati nelle noci e nei semi di girasole). Noci e arachidi sono anche ricche di carboidrati complessi, fibre, proteine, minerali come il calcio e il magnesio, tocoferoli (una forma di vitamina E), polifenoli (nutrienti noti per le loro proprietà antiossidanti) e fitosteroli, composti vegetali simili in struttura a colesterolo ma in grado di ridurlo nel nostro organismo.
Le noci possono essere particolarmente utili al cuore perché sono una ricca fonte di acidi alfa-linoleici, un tipo di acido grasso omega-3 che protegge contro le malattie cardiache il colesterolo e l’innalzamento della pressione sanguigna.
Che si tratti di alimenti da inserire comunemente nella dieta è, insomma, una convinzione generale degli esperti di alimentazione. Magari variando. Mandorle e nocciole, per esempio, sono più ricche di acidi grassi monoinsaturi mentre le noci sono più alte negli acidi grassi polinsaturi (omega-3s).