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TEST PER RIVELARE L'OVERTRAINING (PROFILO SPORT BASIC-NATRIX)
ORMONI E SPORT

Con la determinazione del cortisolo su saliva ad intervalli regolari a seguito dell’allentamento (cortisolo basale, cortisolo a 30 minuti dalla fine dell’attività fisica e a 150 minuti dalla fine dell’attività) è possibile determinare se l’atleta sta soffrendo della sindrome da overtraining o è a rischio di overtraining.

Il livello di cortisolo, normalmente, tende ad aumentare dopo 10-15 minuti dall’inizio dell’esercizio fisico intenso, e resta elevato per tutta la durata della seduta atletica ed anche per la fase di recupero postesercizio. Questo ormone durante uno stress atletico può raggiungere valori 2-3 volte il livello basale, mentre due ore e mezza dalla fine dell’attività il cortisolo dovrebbe essere tornato quasi al valore basale.
L’attività fisica e lo sport costituiscono uno stress importante e vanno a modificare l’assetto e gli equilibri ormonali. L’innalzamento dei livelli di cortisolo a seguito di un allenamento è un evento fisiologico. Questo perché il cortisolo, chiamato anche l’ormone “dello stress”, incrementa la disponibilità del glucosio e delle proteine, come forma di energia immediatamente pronta all’uso, indispensabile per affrontare le richieste energetiche per l’attività da svolgere. I problemi per l’organismo subentrano quando le sedute di allenamento intenso sono troppo frequenti e/o la dieta non è adeguata a sostenere l'attività praticata, da provocare livelli costantemente elevati di cortisolo. L’ipercortisolemia cronica ha effetto catabolico sui tessuti, compreso quello osseo e muscolare, tende cioè a “smontare” i tessuti per creare materiale energetico a partire dalle proteine, perché più facile da utilizzare come fonte di energia rispetto ai grassi. Livelli cronicamente elevati di cortisolo riducono inoltre la produzione di DHEA, il principale precursore degli ormoni sessuali. Diminuisce di conseguenza la sintesi di testosterone, che ha attività anabolica a livello tissutale, ma anche gli ormoni sessuali femminili, provocando problemi anche al ciclo mestruale. Valutare i livelli basali di cortisolo, in condizioni di riposo fisico, ed in seguito allo sforzo permette di evidenziare una situazione di ipercortisolemia cronica e rischio di over-training, se rapportati ai livelli di testosterone basale e dopo l’attività fisica. Più precisamente, si valuta la concentrazione di cortisolo, DHEA e testosterone prima della seduta, almeno dopo 2 ore da un pasto copioso; dopo la seduta di allenamento, il cortisolo viene valutato a 30 minuti e a 150 minuti dalla fine dell’allenamento, insieme al testosterone a 150 minuti dalla fine dell’allenamento.
Con questo test si valuta anche l’indispensabile indice di overtraining, grazie al rapporto tra cortisolo e testosterone basali e post seduta di allenamento.

APPROFONDIMENTI

CORTISOLO
Il cortisolo è un ormone steroideo appartenente alla famiglia dei glucocorticoidi. Viene secreto dalle cellule della fascicolata della ghiandola surrenale in risposta all'ormone ipofisario ACTH, a seconda dei messaggi mandati dall’asse ipotalamo-iposifi-corteccia surrenalica (HPA-axis). Questo ormone viene anche denominato “dello stress”, poiché alti livelli si riscontrano in caso di forte stress psico-fisico o dopo attività fisica molto intensa. Al fine di preservare e preparare l’organismo a sopravvivere ad una forte condizione di stress, il cortisolo agisce aumentando la gittata cardiaca, la glicemia, incrementando la gluconeogenesi epatica, stimolando la secrezione di glucagone e riducendo l'attività dell’insulina. Inoltre, riduce le difese immunitarie, con azione anti-infiammatoria. Accelera e favorisce l'osteoporosi se l’aumento è cronico poiché inibisce la sintesi di collagene e di matrice ossea; favorisce il catabolismo proteico in caso di mancanza di zuccheri, e la mobilitazione e l'utilizzo degli acidi grassi, ma in alcuni distretti stimola la lipogenesi: stimola lo sviluppo del tessuto adiposo sottocutaneo, soprattutto nel tronco e nell'addome. Le funzioni principali del cortisolo sono:
- attivazione della gluconeogenesi, a partire da substrati proteici convertiti in glucidi a livello epatico
- inibizione della sintesi di collagene che può portare ad invecchiamento precoce di cellule e tessuti connettivi (comparsa di rughe, smagliature, perdita di tono muscolare, perdita di elasticità cutanea, ecc…)
- diminuzione dell’utilizzo di glucosio da parte delle cellule, che causa insulino-resistenza temporanea, ma se l’aumento di cortisolo è protratto nel tempo causa anche una condizione cronica e costante di insulino-resistenza
- indebolimento del sistema immunitario a causa dell’azione anti-infiammatoria: inattiva parzialmente il sistema immunitario per “risparmiare energie”
- danneggiamento dei neuroni dell’ippocampo, gli stessi che vengono danneggiati nelle patologie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer

Un aumento del cortisolo in circolo si manifesta anche in caso di digiuno prolungato o di abitudini alimentari scorrette. Ad esempio, saltare la prima colazione o mangiare molto in un unico pasto fa aumentare i livelli di questo ormone, tanto quanto consumare pasti molto abbondanti alla sera. Numerosi studi scientifici confermano che il cortisolo aumenta a seguito di pasti proteici, molto più di quanto aumenti a seguito di un pasto ricco di carboidrati. Questo spiega perché al mattino è più opportuno scegliere un pasto più ricco di carboidrati, per abbassare i livelli di cortisolo che al mattino hanno un picco elevato per “svegliare” l’organismo e metterlo in moto. Durante i periodi di stress, come anche durante una dieta molto ipocalorica, è possibile che la concentrazione basale di cortisolo aumenti, poiché l’organismo, in entrambi i casi, è sottoposto a stress. Il cortisolo agisce per garantire la sopravvivenza; “sente” una situazione di carestia e manda un segnale alle cellule adipose di immagazzinamento delle energie derivanti dai grassi. Il cortisolo in questi casi inibisce anche la produzione di DHEA, glucagone, testosterone e ormone della crescita, che sono contro-regolatori della sua azione. Come se non bastasse, il cortisolo riduce anche la concentrazione di leptina, aumentando cronicamente il senso di appetito e il desiderio di cibo. Esso peggiora l’azione dell’insulina, comportando sbalzi glicemici e crisi di fame, poiché diminuisce la sensibilità dei recettori insulinici. Una situazione di stress può quindi inibire il dimagrimento poiché favorisce l’accumulo di grasso a livello addominale, aumentando di conseguenza anche il rischio cardiovascolare e il rischio di incorrere in insulino-resistenza, diabete mellito di tipo II, sindrome metabolica, ecc. Una condizione stabile di ipercortisolemia può portare a: ipertensione, alopecia, debolezza muscolare, alterazioni del ciclo mestruale, infezioni ricorrenti, calo della libido, osteoporosi, cefalea, depressione.

DHEA

Il DHEA, o deidroepiandrosterone, viene prodotto dalla corticale del surrene, in risposta all'ormone ipofisario ACTH. Viene considerato come il capostipite degli ormoni steroidei, poiché da esso derivano tutti gli ormoni sessuali (testosterone, estrogeni, progestinici) e il cortisolo. Il DHEA è l’ormone più rappresentato in circolo, e deriva dal colesterolo. Questo ormone espleta innumerevoli funzioni e riveste un ruolo importante in molti distretti dell’organismo:
- regola e stimola le funzioni sessuali, la libido e lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, sia femminili
che maschili. Aumenta il vigore e il desiderio sessuale.
- Stimola la produzione di mielina, importante per la protezione del sistema nervoso.
La mielina è la guaina di protezione che ricopre i neuroni per tutta la loro lunghezza e che permette ai segnali neuronali di passare da una parte all’altra dell’organismo senza interruzioni e senza che il segnale venga disperso. Senza mielina i neuroni non potrebbero espletare la loro funzione. Questo ormone dà quindi protezione nei confronti di patologie neurodegenerative prevenendo o posticipando l’insorgenza di queste ultime.
- Aumenta il trofismo muscolare ed osseo. Interagisce con altri ormoni ad effetto anabolico e stimola la produzione degli stessi. Da questo ne deriva che il DHEA aumenta la forza fisica, il tono muscolare, il vigore e la prestazione atletica. La presenza di DHEA contrasta l’insorgenza di osteoporosi e l’indebolimento dato dall’avanzare dell’età.
- Mobilizza gli acidi grassi dei depositi dell’organismo a scopo energetico, favorisce ossia la perdita di peso e l’utilizzazione degli acidi grassi al posto delle proteine.
- Aumenta il metabolismo basale, favorendo il dimagrimento.
- Previene osteoporosi e malattie neurologiche degenerative
- Rallenta l’invecchiamento e aumentare la longevità
- Favorisce il sonno e aumenta la qualità del riposo
Il DHEA rappresenta un contro-regolatore dell’azione del cortisolo e ne modula gli effetti dannosi indotti dall’ipercortisolismo. La massima secrezione di DHEA si ha nella pubertà e fino ai 25-30 anni, dopo di che comincia a diminuire fisiologicamente. Corrette abitudini alimentari ed una costante attività fisica possono aiutare a prevenire il decremento del DHEA. La concentrazione di DHEA viene misurata a partire dal campione di saliva basale.

TESTOSTERONE

È un ormone steroideo androgeno, prodotto dalle ghiandole sessuali oppure derivato da altri ormoni, come il DHEA. La produzione e secrezione del testosterone viene regolata da due ormoni guidati dall’ipofisi: il FSH (ormone follicolo-stimolante) e il LH (ormone luteinizzante). Ha attività fondamentale durante lo sviluppo maschile: favorisce lo sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie e degli organi sessuali maschili, nonché la produzione di sperma. In età adulta favorisce la crescita dei peli, il mantenimento delle caratteristiche sessuali secondarie e la comparsa di calvizie. Se una quantità eccessiva di testosterone si trasforma in DHT (diidrotestosterone), può dare origine o favorire la calvizie, in quanto il DHT si lega al bulbo pilifero del capello, atrofizzandolo. Esso mantiene la libido e il desiderio sessuale, stimola la spermatogenesi e la produzione di eritropoietina. Il testosterone è un ormone anabolico che tende a fissare le proteine nei tessuti, compreso quello muscolare, antagonizza quindi l’azione catabolica del cortisolo sui tessuti muscolari, per entrambi i sessi. Nel sovrappeso e nell’obesità maschile diminuiscono i livelli plasmatici di testosterone, a scapito di un aumento dei livelli degli estrogeni, poiché l’enzima aromatasi, a livello del tessuto adiposo, trasforma il testosterone in estradiolo. Questa maggiore presenza di ormoni “femminili” comporta una parziale ridistribuzione del tessuto adiposo su cosce, fianchi, glutei e ginecomastia, ovvero sviluppo di mammelle più pronunciate. Si assiste all’effetto contrario durante e dopo la menopausa nella donna: il testosterone può aumentare, a causa anche di una diminuzione degli ormoni sessuali femminili; questo può portare ad irsutismo, acne, calvizie. La produzione di testosterone può essere aumentata in seguito e grazie ad una attività fisica regolare, ma anche in seguito ad integrazione di magnesio. Il livello di testosterone aumenta anche durante ogni sforzo fisico e allenamenti e rimane alto fino un'ora dalla fine dell’attività fisica. A partire dai 35-40 anni di età, nell’uomo, il testosterone diminuisce di circa l’1% l’anno. Con la determinazione del testosterone a intervalli regolari a seguito dell’allentamento (testosterone basale, testosterone a 150 minuti dalla fine dell’attività) è possibile determinare se l’atleta sta soffrendo della sindrome da overtraining o è a rischio di overtraining.

Modificato da: http://www.natrixlab.it/