In questo sito vengono usati i cookies. Navigando nel sito accetti.

Tratto da http://www.mymicrobiota.it.

Il test metagenomico a differenza di quelli fino ad ora usati, consente una mappatura completa della biodiversità microbica esistente nel campione di feci.

Questo è essenziale al fine di poter identificare, l’eventuale presenza di microrganismi che non sono ”coltivabili” e quindi sfuggirebbero alle tecniche analitiche microbiologiche classiche. I dati sono analizzati e valutati dal medico referente Dott. Giuseppe Pigoli il quale provvede a stilare un referto medico. Il test metagenomico, è un’analisi sperimentale che viene eseguita solo in centri di ricerca all’avanguardia. Questo test richiede competenze scientifiche e analitiche estremamente elevate. La microflora intestinale può influire su moltissimi aspetti della nostra salute quali disfunzioni intestinali, sistema immunitario, allergie, intolleranze, reflusso gastroesofageo, obesità e depressione, per chi volesse approfondire l'argomento consiglio il libro "l'intestino felice" di Giulia Enders e la pagina del sito mymicrobiota.it dove troverete molte informazioni interessanti.

Chi fosse interessato al test può andare alla pagina del sito mymicrobiota.it e seguendo le istruzioni, inviare un campione di feci al  laboratorio che provvederà ad affettuare le analisi e a mandarvi a casa il referto. insieme lo esamineremo e prenderemo le decisioni del caso.

Il Microbiota

L’organismo umano è un’entità complessa e in continuo sviluppo, caratterizzata da innumerevoli aspetti biologici che sono in grado di interagire fra loro. Uno di questi aspetti è la sua convivenza con un numero enorme di microrganismi (batteri, virus, lieviti, muffe.), che rappresentano la cosiddetta “flora microbica” o "microbiota" e che ne possono condizionare, anche in misura rilevante, lo stato di benessere. E' ampiamente dimostrato che alterazioni della composizione del microbiota può essere la causa di varie malattie e/o disfunzioni. L’uomo si può definire per tale motivo un “super-organismo”, composto da cellule umane e batteriche. Sorprendentemente, le cellule batteriche sono circa 1.000.000 di miliardi, cioè un numero dieci volte superiore a quello delle cellule che costituiscono l’organismo umano. E la maggior parte si trova nell’intestino (Gill SR., 2006).
L’intestino è oggi considerato il più esteso ed il più importante organo del corpo in quanto secerne una grande quantità e varietà di ormoni in grado di influenzare la fisiologia del nostro organismo. Oggi sappiamo che la microflora intestinale autoctona è in grado di ostacolare la proliferazione dei patogeni, migliorando la funzionalità della mucosa intestinale e ricoprendo un ruolo essenziale nello sviluppo del sistema immunitario, svolgendo così un ruolo fondamentale per la salute dell'intero organismo (Shreiner AB., 2015).

 

La grande rilevanza del microbiota per la salute dell’organismo, ha motivato alcuni ricercatori ad ideare un test all’avanguardia, non invasivo, in grado di valutare la composizione del nostro microbiota. In questa direzione si è mosso il Dott. Giuseppe Pigoli, il quale, collaborando con un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma, ha ideato un test in grado di caratterizzare al meglio il DNA dei vari membri del microbiota, fornendo una vera e propria fotografia del nostro ecosistema intestinale. Tutto questo è indispensabile per poter diagnosticare e stabilire delle terapie efficaci contro un eventuale disequilibrio nella composizione del microbiota intestinale (Disbiosi).

Con il termine disbiosi si identifica una progressiva perturbazione della flora batterica. Esistono diversi tipi di disbiosi, secondo il distretto interessato: vaginale, orale, cutaneo e intestinale. Generalmente, quando si parla semplicemente di disbiosi, si fa riferimento ad uno squilibrio dei microrganismi intestinali.
La disbiosi  si contrappone all’eubiosi, ovvero la situazione in cui la flora batterica è in equilibrio quali/quantitativo con l’organismo.

 

Tipi di disbiosi conosciute

  • CARENZIALE: alimenti raffinati, intolleranze alimentari, antibiotici, dieta povera di fibre;
  • PUTREFATTIVA: dieta ricca di grassi e proteine e povera di fibre;
  • FERMENTATIVA: carboidrati in eccesso (sovraccrescita nel piccolo intestino o bacterial overgrowth);
  • DA SENSIBILIZZAZIONE: risposta immune anomala da parte dell’immunità intestinale contro il microbiota (fattori genetici? Basse IgA?);
  • DA FUNGHI: variante della disbiosi fermentativa, dovuta a sovraccrescita di miceti (saccaromiceti, Candida spp).

Cause della disbiosi

Le cause della disbiosi intestinale sono legate solitamente allo stile di vita in tutti i suoi aspetti:

  • Stress;
  • Alimentazione incongrua (eccesso di grassi e proteine animali oppure eccesso di carboidrati);
  • Ritmi lavorativi intensi e stressanti;
  • Mancanza di attività fisica;
  • Utilizzo di farmaci e droghe (es. antibiotici, antinfiammatori, lassativi, terapie ormonali, inibitori di pompa e antiacidi in genere);
  • Abuso di alcool;
  • Parassitosi;
  • Infezioni;
  • Reazioni avverse agli alimenti;
  • Presenza di inquinanti, pesticidi e conservanti.

Possibili disturbi

Locali: distensione, flatulenza, alitosi, diarrea/stipsi (fermentativa), ma anche prurito anale e diarrea, candidosi vaginale (micosi)
Sistemici: astenia, orticaria, allergie, psoriasi, epatopatie (per sovraccarico di sostanze endotossiche elaborate dai batteri quali fenolo, mercaptano, cadaverina, indolo, scatolo…)

Conseguenze per l'intero organismo:
Si può dire in termini generici che la disbiosi provoca sia direttamente che indirettamente uno stato infiammatorio subclinico che, se trascurato, può minare l'integrità di tutto l'organismo generando malattie e disfunzioni apparentemente disgiunte dalla disbiosi stessa (malattie metaboliche, ipertensione, malattie cardiovascolari, sovrappeso).
In questi ultimi anni, alcuni ricercatori, hanno inoltre descritto situazioni particolari quali diversi stati infiammatori intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn) associabili a disbiosi intestinali, in quanto caratterizzati dall’assenza di particolari microrganismi (Sokol H. et al., 2008; Balfour Sartor R., 2012).

Disbiosi intestinali, con conseguente semplificazione della complessità del microbiota, possono permettere infezioni da batteri patogeni quali Clostridium difficile in soggetti anziani con comparsa di coliti ulcerose pseudomembranose (Bien J., 2013).

Inoltre, alterazioni ponderali in età infantile dovuti ad alcuni tipi di disbiosi  rappresentano una condizione favorente il sovrappeso (Kalliomäki M. et al., 2008).
La colonizzazione precoce nell'infanzia da parte di un microbiota particolare, trasmesso dalla madre, risulta basilare per un corretto sviluppo del sistema immunitario (Kelly D. et al., 2007; Cummings JH. et al., 2004; Bodera P. et al., 2009). Si ritiene che questo microbiota che si è originato nelle fasi successive alla nascita, costituisca una comunità microbica che dovrebbe mantenersi inalterato durante l’intera vita dell’individuo.

Diagnosi

Da quanto esposto appare evidente l'importanza di una diagnosi appropriata al fine di scongiurare le conseguenze negative sia locali che sistemiche, una volta che la disbiosi si sia instaurata. Sino a poco tempo fa erano a disposizione tests che evidenziavano, ma che non tipizzavano, lo stato di disbiosi, quali il dosaggio urinario di alcuni metaboliti batterici, oppure erano disponibili test microbiologici basati sull’isolamento di alcuni microrganismi intestinali.

Oggigiorno è disponibile un test non invasivo (da eseguirsi su un campione di feci) basato sulla caratterizzazione del DNA dei vari membri del microbiota. Tale tecnica è chiamata metagenomica e permette di chiarire quali siano tutti i batteri presenti nel campione stesso e ne valuta le rispettive concentrazioni. Questo metodo, moderno e affidabile, consente una valutazione completa dell'equilibrio microbiologico intestinale. E’ indispensabile per poter diagnosticare e stabilire delle terapie efficaci contro la disbiosi.

Possibile terapia

Si presenta complessa e comprende la prescrizione di probiotici (quelli
risultati carenti dal test metagenomico), unitamente ad un regime dietetico appropriato secondo il tipo di disbiosi riscontrata. La terapia richiede tempo perché per prima cosa bisogna ripristinare le condizioni in cui l'attecchimento dei probiotici somministrati sia completo e per questo bisogna rimuovere la cause che hanno portato ad un ambiente sfavorevole per la crescita del microbiota fisiologico. In altre parole, i pazienti non sono tutti uguali e a poco o nulla servono i cosiddetti protocolli terapeutici, così come a poco o nulla servono le prescrizioni generiche di probiotici che non tengono conto del tipo e della gravità della disbiosi stessa.

Un'altra terapia si basa sulla somministrazione di prebiotici, ovverosia di sostanze naturali (normalmente polisaccaridi), che selettivamente stimolano la crescita di alcuni gruppi microbici (Gibson et al., 1995).